Colombia: il filo sottile della pace

 

 Raul Reyes, portavoce delle Farc nei negoziati, e Victor G. Ricardo, Alto Commissario per la pace del governo colombiano a Roma.

di Marco Consolo – Liberazione 17-2-2000

“Con questo viaggio stiamo ottenendo più risultati di quanti ne siano stati raccolti in molti anni”. Con queste parole Victor G. Ricardo, Alto Commissario per la Pace del governo colombiano, commenta l’insolito ed inedito “tour” europeo dei negoziatori governativi e della guerriglia delle Farc-Ep.

 

Un’intensa attività politico-diplomatica congiunta, con incontri al massimo livello in mezza Europa, che ha approfondito un difficile confronto tra le parti, aperto in Colombia nel gennaio dello scorso anno, nel mezzo di una guerra che dura da più di 35 anni, con un saldo tragico di migliaia di morti e più di un milione e mezzo di rifugiati.

 

Certo le speranze di pace sono legate ad un filo sottile, che però si rafforza con questa comune offensiva diplomatica in Europa. Gli obiettivi dichiarati sono quelli di conoscere i modelli sociali del vecchio continente, di trovare appoggio dell’Unione Europea al processo di pace e di far conoscere la realtà colombiana. Una realtà troppo spesso dipinta a tinte fosche, dove la questione del narcotraffico è il “leit-motiv” dominante di una propaganda interessata a nascondere le vere cause del conflitto:

le profonde diseguaglianze sociali, la concentrazione della ricchezza in poche mani, la svendita delle risorse naturali ( a cominciare dal petrolio) alle multinazionali straniere, la repressione nel  sangue di qualsiasi dissenso. E’ anche per questo che il viaggio ha dato fastidio ai molti nemici della pace dentro e fuori il paese, che vogliono far saltare il processo di dialogo e puntano ad una internazionalizzazione del conflitto allontanandone la soluzione politica.

 

Certo i punti di vista rimangono ancora distanti: se la guerriglia chiede con forza lo smantellamento degli squadroni della morte paramilitari (che anche in queste ore hanno assassinato contadini inermi), il governo non ha proceduto a modifiche sostanziali della struttura, con il risultato dell’ impunità per la quasi totalità dei crimini.

 

Mentre il governo chiede aiuti economici per il cosiddetto “Plan Colombia” del Presidente Pastrana, le Farc avvertono che gli ulteriori fondi destinati alle Forze Armate (sponsorizzati  dall’amministrazione Clinton con il pretesto della lotta al narco-traffico) allontanano la prospettiva della pace, e che invece andrebbero destinati all’azione del tavolo negoziale. In sede di parlamento  italiano, che segue da vicino l’evolversi della situazione, entrambi hanno annunciato la presentazione di progetti concreti per riconvertire le coltivazioni di coca e di papavero.  

 

Da parte sua, la Commissione esteri della Camera ha annunciato l’invio di una delegazione parlamentare nei prossimi mesi, che si recherà, tra l’altro, nella zona smilitarizzata delle montagne di S. Vicente del Caguàn, dove continua il negoziato tra le parti.