Cooperazione, il processo Craxi occasione di riforma

Di Marco Consolo – Liberazione 24 maggio 1996

Bettino Craxi, Ferdinando Mach di Palmestein, Gianni De Michelis e altre 31 persone saranno processati a Roma, in Ottobre, per corruzione, concussione e violazione della legge sul finanziamento dei partiti, per uno dei filoni d’inchiesta sulla cooperazione. Nel mirino sono i progetti per le centrali elettriche in Perù, per fornire generatori all’India e di sviluppo della pesca in Uganda.

Era ora. Finalmente si svolgerà uno dei tanti processi che riguardano la malcooperazione. Alla sbarra personaggi eccellenti della politica, della diplomazia, faccendieri ed industriali. Un intreccio tra “aiuto pubblico allo sviluppo”, malaffare e politica che abbiamo denunciato da subito. Lascia perplessi il fatto che nella nomenclatura coinvolta appaiano molti nomi di ex-socialisti, nonostante il quasi monopolio Dc sulla Farnesina dal dopoguerra. Certo sul versante giudiziario è importante che il processo si svolga con celerità, chiarendo responsabilità e punti tuttora oscuri dell’inchiesta. Tra questi l’intreccio tra cooperazione e traffici d’armi, e il ruolo dei servizi segreti e della massoneria. Ma nel frattempo alla Farnesina tutto è come prima. L’ultimo caso è quello di una diga multimiliardaria in Honduras, approvata contro pareri tecnici negativi per guadagnare il voto dell’Honduras, perché l’Italia conquisti un posto al sole nel consiglio di sicurezza dell’Onu. Ma è altrettanto importante che sul versante politico si affrontino le cause della crisi, le disfunzioni strutturali volute ad hoc, la paralisi della cooperazione, il caos normativo del dettore. Il lavoro inconcluso dalla Commissione parlamentare d’inchiesta ha evidenziato solo alcuni degli elementi che occorrerà trasformare in proposte per il rilancio del settore e per estirpare la corruzione. In generale occorre che il governo Prodi e il parlamento affrontino una seria riforma. Nel frattempo è necessario dar vita a una commissione Parlamentare permanente di indirizzo e vigilanza. Aspettiamo fatti concreti ora che nella stanza dei bottoni è cambiato il manovratore.
Da parte nostra, oltre a vigilare e denunciare, daremo battaglia e presenterempo in tempi brevi una proposta di legge su cui chiamiamo al confronto da subito operatori, associazionismo, comunità di migranti, Ong e forze politiche.