Hasta siempre Sandro, “militante complessivo”

Se ne è andato un compagno che al partito ha dato tutto. Schivo, modesto. La sua umanità, coerenza e onestà intellettuale ci hanno insegnato molto

di Marco Consolo – Liberazione 3/6/2005

 

Provo a scrivere queste righe a  poche ore dalla scomparsa di Sandro Duccini per ricordare un compagno, un amico carissimo, uno di noi.

Sandro era un comunista a tutto tondo, un compagno esemplare, militante attivo sin dall’adolescenza. Da subito nel movimento degli studenti, nelle occupazioni, le autoriduzioni delle bollette, la lotta antifascista. Poi la scelta di aderire a “Il manifesto”, poi in Democrazia Proletaria, nel movimento del “77”.

 

Alla fine degli anni di piombo era andato a vivere e lavorare in Danimarca, poi nel Mozambico dei primi anni della liberazione dal colonialismo portoghese.

Lavorava nella cooperazione internazionale in un paese aggredito e questa esperienza aveva rafforzato la sua coscienza internazionalista che lo ha sempre accompagnato. In Mozambico ha conosciuto Susi, una compagna argentina con cui ha diviso la sua vita fino ad oggi, anche lei militante del nostro partito. E con lei i suoi figli, Camilo, Miguel, Florencia.

Di ritorno in Italia, alla nascita di Rifondazione, aveva aderito con la passione politica di sempre a questa avventura.

Gli dobbiamo molto per le tante cose che ci ha insegnato: la sua umanità, la coerenza, la profonda onestà intellettuale, la grande capacità di ascolto, la profondità teorica, la sua modestia naturale, quasi schiva, che gli aveva fatto guadagnare il rispetto di tutti. E poi la sua tenerezza, insieme all’ironia sottile, colta, schietta, contro tutti i protocolli.

 

Sandro non si è mai risparmiato e la sua intera vita è stata dedicata a far crescere l’organizzazione del partito, della classe, del movimento. Come  “militante complessivo” ha dato tutto al partito, forse più di quanto il partito ha saputo riconoscergli.

Dal nostro quinto congresso aveva la responsabilità nazionale dell’Associazionismo, ma ciò non gli ha impedito di accettare l’incarico di segretario del suo circolo a Roma. Ci teneva al legame con il territorio, la sua bussola di riferimento. Caparbiamente aveva ricostruito la nostra presenza territoriale e a Genova aveva intuito, prima di molti altri, la centralità del movimento dei movimenti.

 

Grazie a lui molti giovani si erano avvicinati al partito. Da più di 15 anni lavoravamo spalla a spalla condividendo sogni, preoccupazioni, battaglie politiche e speranze, dividendo “il pane e le rose”. Aveva una capacità di intuizione e una visione del futuro che anticipavano le dinamiche del conflitto possibile. Era un comunista eterodosso, con una grande curiosità intellettuale che gli faceva porre domande e cercare risposte, contro i dogmi e le facili scorciatoie che contrastava con decisione. E in mezzo a discussioni di ore era  capace di rompere la tensione con una delle sue proverbiali battute, tra il serio ed il faceto.

 

Negli ultimi anni era stato in prima fila nelle campagne elettorali, nelle battaglie referendarie, nel territorio contro gli sgombri delle case e la repressione delle comunità rom, nella difesa dei beni comuni.

Proprio l’altro ieri discutevamo di una riunione nazionale da costruire con gli eletti sui temi a lui cari dell’“altra economia” e delle reti internazionali. Poco dopo se ne è andato, così come aveva vissuto, coerente fino in fondo.

 

Ci piace ricordarlo per la disponibilità che lo ha sempre contraddistinto, con il suo “toscano” in bocca e il suo sorriso.

 

Hasta siempre Sandro !