Padroni: nel terzo mondo “fare impresa”

Di Marco Consolo 14 dicembre 1995

Settimana cruciale per la cooperazione internazionale. Tre i fatti salienti. Innanzitutto l’intervista al responsabile internazionale della Confindustria, dottor Galdi. Che sottolinea come le imprese stiano perdendo 3/4 mila miliardi a causa del blocco della cooperazione, Vista la riduzione da 5 mila a 700 nella Finanziaria di quest’anno. «Tralasciare le grandi opere infrastrutturali per aiutare i Pvs a fare impresa», rafforzare la cooperazione come strumento di penetrazione commerciale, nei mercati dell’est e del Mediterraneo per creare posti di lavoro e frenare l’immigrazione» dice Galdi, secondo cui «le Ong e il volontariato non devono avere una corsia preferenziale che danneggi i nostri operatori». Per quanto riguarda una possibile riforma alla Confindustria piace poco la cooperazione all’interno del ministero degli esteri o alle dirette dipendenze della presidenza del Consiglio. Al contrario sostiene Galdi — occorre “collegarla all’Ice, alla Sace, e a Mediocredito”. Si tram di fare commercio estero “attraverso un’agenzia totalmente autonoma, simile ad una banca”. Si rischia di perdere il posizionamento strategico del “sistema Italia” con attenzione alla Palestina e, soprattutto, alla ricostruzione della Bosnia. Gli orientamenti confindustriali sono in perfetta sintonia con il disegno di legge Agnelli, oggi in discussione alla Commissione esteri del Senato. Una vera e propria controriforma, spacciata per “legge ponte”, già criticata dalla Commissione parlamentare d’inchiesta, che ha tra i suoi compiti quello di indicare possibili modifiche legislative. Al Senato il Prc, attraverso il senatore Cuffaro ha già espresso la propria contrarietà al decreto presentando emendamenti che affrontano la programmazione pluriennale degli satanziamenti, lo sblocco dei fondi già approvati per le Ong, il delicatissimo problema del contenzioso con le imprese per centinaia di miliardi, la salvaguardia fino alla riforma complessiva della struttura del ministero degli Esteri preposta alla cooperazione, le borse di studio per gli studenti stranieri Il terzo punto riguarda la Commissione d’inchiesta parlamentare. Le recenti missioni in America Latina ed Africa hanno confermato (da Lima al’Tana Beles) le operazioni del Caf realizzate con la logica del “prendi i soldi e scappa” da molte imprese italiane (Bonifica, Salini, eccetera) con molte complicità nel ministero degli Esteri. Ma c’è di più. Sulla Somalia e sulla vicenda dell’omicidio Alpi-Hrovatin, il veto del Sismi e della Pivetti, non ha permesso alla missione di verificare direttamente la connessione tra i servizi segreti ed il traffico di armi attraverso la cooperazione. Una vicenda inquietante su cui si cerca di non far luce.