Colombia, un paese sull’orlo del baratro

 di Marco Consolo – Liberazione 13-11-2001

Un accampamento delle Farc in Colombia

 

Bogotà – nostro servizio

 

Mentre la guerra in Afghanistan attira l’attenzione internazionale, in Colombia continua il conflitto nel silenzio complice dei media. A partire dall’approvazione lo scorso anno del “Plan Colombia” da parte del Congresso statunitense la situazione è sensibilmente peggiorata.

 

Tra ottobre e novembre l’offensiva paramilitare ha provocato quasi 300 morti in tutto il paese (solo ieri venti persone sono state assassinate perché sospettate di essere “complici” della guerriglia). Parallelamente la repressione contro il movimento sindacale e popolare ha provocato nell’importante settore petrolífero l’arresto di 6 sindacalisti dell’Unione Sindacale Operaia (Uso), accusati di collaborare con la guerriglia.

Negli ultimi quattro giorni a Bogotà e nell’Università di Antioquia le forze dell’ordine hanno assassinato due giovani nelle manifestazioni universitarie contro la guerra in Afghanistan e per la difesa della scuola pubblica. Sul versante del processo di pace la situazione è critica come non mai e i dialoghi tra la guerriglia delle Farc-Ep ed il governo colombiano nella zona smilitarizzata al sud del paese sono attualmente congelati. Dopo l’accordo di ottobre, che apparentemente, li aveva sbloccati, questa settimana c’è stato un intercambio epistolare tra le parti.

 

L’impressione è quella di un equilibrio sul bordo dell’abisso.

 

Le Farc propongono sette punti per riprendere il dialogo: innanzitutto chiedono che il governo si pronunci sul carattere del gruppo armato come gruppo terrorista o meno e che prenda misure chiare ed urgenti per combattere il paramilitarismo.

 

Per quanto riguarda la zona smilitarizzata dove avvengono i colloqui, la guerriglia chiede la sospensione dei voli spia, la rimozione dei posti di blocco paramilitari attorno alla zona, l’impegno a non realizzare nessuna azione militare al suo interno e la rimozione del divieto di accesso per tutti gli stranieri che ne ha significato l’isolamento internazionale. In caso contrario le Farc si dichiarano disposte ad abbandonare la zona entro 48 ore.

 

Ma la risposta del Presidente Pastrana in visita ufficiale a Washington, ha irrigidito la sua posizione, accusando i guerriglieri per un eventuale rottura del dialogo.

 

Negli Usa, i capigruppo repubblicano e democratico, rispettivamente Trent Loot, e Tom Daschle, dopo l’incontro con Pastrana, hanno rilasciato dichiarazioni di impegno a “sradicare  dal paese la piaga terrorista”. E due giorni fa sono arrivati altri quattro elicotteri del Plan Colombia.

 

Forte l’imbarazzo del governo colombiano sotto accusa dalle Nazioni Unite.

Infatti, l’Alto Commissario per i diritti umani dell’Onu Signora Ra Hina Jilany in visita in Colombia, ha puntato il dito contro “il vincolo evidente tra le forze armate e gli squadroni della morte”, oltre ad accusare apertamente il “Fiscal general” Camilo Osorio di parzialità nel coprire le forze armate.

L’ultimo caso scandaloso è quello del Generale Rito Alejo del Rio, implicato in un massacro di contadini perpetrato dai paramilitari e liberato dopo pochi giorni. I giudici locali che avevano fatto arrestare l’alto ufficiale, dopo essere stati rimossi, hanno dovuto abbandonare il Paese per le minacce di morte.