La lunga mano statunitense per isolare la guerriglia

Dopo il Plan Colombia spunta ora “Iniziativa Andina”, un pacchetto di finanziamenti da 850 milioni di dollari

di Marco Consolo – Liberazione 19-9-2001

 

 

Dal 1999, dopo la visita lampo di Clinton, non arrivava in Colombia una delegazione statunitense a cosi alto livello.

Alla testa Marc Grossman il sottosegretario di stato; Rand Beers sottosegretario per la lotta al narco-traffico; Janet Ballantyne vicedirettore della Usaid, l’organismo di “cooperazione” incaricato della parte “sociale” del Plan Colombia; John Maisto assistente di Bush per l’America Latina nel Consiglio Nazionale per la Sicurezza; Bob Brown l’attuale “zar antidroga” in attesa di nomina del senato del duro John Walters.

Insieme a loro, un codazzo (quasi 50 persone) di alti funzionari della CIA e del Pentagono con un passato nelle aree calde come il Vietnam, Nicaragua, Medio Oriente etc..

 

La visita precede di qualche giorno il dibattito nel Congresso statunitense sull’attuazione del Plan Colombia (1300 milioni di cui l’80% in dotazioni militari) e soprattutto l’approvazione da parte del Senato della nuova “Iniziativa Andina”, un pacchetto finanziario di circa 850 milioni di dollari, destinato ai paesi limitrofi per convincerli della bontà del Plan Colombia e vincere le loro resistenze all’introduzione dell’Alca (Area di Libero Scambio delle Americhe). Un pacchetto che alcuni congressisti vorrebbero condizionare al rispetto dei diritti umani in Colombia.

 

Negli stessi giorni, Jan Egeland, assessore speciale di Kofi Annan per la Colombia, affermava a Bogotà che “non c’è soluzione militare che possa risolvere problemi che hanno radici sociali” e che “occorre fare di più contro il paramilitarismo e per proteggere i diritti umani”, dichiarandosi a favore del dialogo con le forze guerrigliere e per la proroga della zona smilitarizzata.