Omaggio a Raffaele Dovenna

Il mio saluto e ricordo in memoria di Raffaele Dovenna, in occasione dell’omaggio organizzato a Trieste il 2-4-2022 dalla sua famiglia, dagli amici, dai compagni e dalle compagne del Circolo Gramsci del Partito della Rifondazione Comunista -Sinistra Europe, dall’Associazione “Il Manifesto” che porta il suo nome.

Ciao a tutte e tutti. Sono Marco Consolo e mi sarebbe molto piaciuto stare stasera con voi. Purtroppo la distanza di un oceano mi impedisce di essere lì fisicamente, ma vi assicuro che sono lì con il cuore.

Voglio mandare un saluto affettuoso alla famiglia di Raffaele, a tutti gli amici e le amiche, ai compagni e alle compagne che stasera sono riuniti a Trieste.

Voglio anche ringraziare Mabel, Daniele, Eleonora, Marino, Giacomo, Denis, Andrea e a tutte-i quelle-i che hanno voluto rendere omaggio a Raffaele a 10 anni dalla sua troppo prematura scomparsa.

E’ un omaggio  dovuto, per  una persona ed un compagno di una grande generosità umana e politica, molto attivo nella città di Trieste, in tutto il Friuli Venezia Giulia, a livello nazionale ed internazionale.

Oggi sono sicuro che Raffele ci sta guardando e, con il suo fare schivo e sornione, probabilmente sorride di questo omaggio che, insisto, gli è dovuto.

Ma parlare di Raffaele è parlare dell’oggi e delle nostre battaglie internazionaliste, che hanno quei semi e quelle radici, anche grazie a lui. 

Lo voglio ricordare come un comunista eterodosso, un dirigente a tutto tondo, poliedrico, gioviale ed ironico,  che sapeva essere critico ed autocritico con grande distacco e allegria, sempre disponibile, sempre in prima fila nelle mobilitazioni.

Anche se Raffaele politicamente veniva come me dalla Nuova Sinistra,  (prima nel Il Manifesto, poi nel  PDUP, poi in Democrazia Proletaria), ho avuto il privilegio di conoscerlo meglio e lavorare con lui solo con la nascita di Rifondazione.

Sin dall’inizio, Raffaele ha collaborato con l’ Area Esteri di Rifondazione Comunista, con una spiccata attenzione verso l’Area balcanica (in particolare sulla guerra nella ex-Jugoslavia) e l’America Latina.

Dell’America Latina era un profondo conoscitore, in particolare dell’Argentina, grazie ai suoi numerosi viaggi e soggiorni in loco e soprattutto grazie a Mabel.

Come sappiamo, Trieste è stata la culla della riforma del settore della salute mentale. A partire dalle battaglia per la chiusura dei manicomi in Italia (con la Legge Basaglia), in Argentina, Raffaele ha collaborato con il settore della salute mentale, con particolare attenzione alle vittime di violazioni dei Diritti umani.

Con il suo lavoro in Argentina, ha anche contribuito alla legge per la chiusura dei manicomi nel paese sud-americano, sulla falsa riga di quella italiana.

Instancabile la sua vicinanza a Madri e Nonne di Plaza de Mayo nella loro battaglia per ritrovare i loro familiari scomparsi, donne e uomini desaparecid@s, e contro la brutale violazione dei diritti umani da parte della dittatura civico-militare.

Raffaele ha dedicato grande attenzione all’esperienza delle Fabbriche recuperate ed autogestite (a partire dalla Zanon), così come alla denuncia dei comportamenti della Benetton nella patagonia argentina.

Oltre all’ Argentina, Raffele è stato attivo anche rispetto al Processo di Pace in Colombia, tra il governo colombiano e la guerriglia delle FARC-EP, organizzando eventi per far conoscere la situazione del Paese e lo stato delle trattative.

Così come nella difesa del processo rivoluzionario cubano e di quello bolivariano in Venezuela, con diverse iniziative in Regione FVG.

Si deve anche a Raffaele, assieme ad altre donne e uomini lungimiranti, l’attenzione al cosiddetto “consumo critico” e la nascita a Trieste della Bottega del Commercio Equo e solidale. Nel 1993 è stato tra i fondatori dell’Associazione Senza Confini – Brez Meja che opera nel mondo del Commercio Equo e Solidale e ancora oggi gestisce la bottega.

Nel 1999 fondò la Polisportiva Fuoric’entro con l’ obiettivo dell’integrazione e l’emancipazione sociale attraverso lo sport.

Nel luglio del 2001, lo ricordo a GENOVA, nella mobilitazione contro il G8: in prima fila nell’organizzazione territoriale per la riuscita della mobilitazione e nel lavoro internazionale con le numerose delegazioni estere che avevamo invitato. A Genova, nonostante la dura repressione scatenata dal governo Berlusconi, riuscimmo a portare a casa sani e salvi tutti i nostri ospiti, tra cui una rappresentante delle Madri di Plaza de Mayo.

Sui temi della Solidarietà internazionalista e della, COOPERAZIONE INTERNAZIONALE.

Raffaele ha partecipato al dibattito ed alla costruzione della Proposta di Legge (PDL) nazionale sulla Cooperazione Internazionale, depositata per primi da Rifondazione Comunista in parlamento,

Anche nella costruzione della PDL, avevamo lavorato dal basso, cercando di rompere la commistione tra la cooperazione ed il commercio estero, tra la cooperazione e l’ingombrante presenza militare, già allora presente, e venuta prepotentemente alla ribalta nel caso della Ex-jugoslavia, con i fondi della cooperazione deviati verso le strutture militari.

In FVG lavorammo per dare più spazio alla cooperazione decentrata, dal basso, su basi territoriali, per dare forza all’Associazionismo di solidarietà internazionale. Con Raffaele si lavorò per una strategia di redazione partecipata di una P.D.L., coinvolgendo l’associazionismo, ONG, lavoratori delle imprese presenti all’estero, un nutrito drappello di lavoratori del M.AA.EE., operatori delle Botteghe del Commercio Equo e solidale, i nostri rappresentanti istituzionali in Regione Friuli VG e nei vari comuni. Dopo una lunga battaglia, la legge regionale fu poi approvata nel 2000.

Oltre la solidarietà: agenda comune

Certo, la situazione è molto cambiata da 10 anni a questa parte, ma quei semi e quelle radici continuano ad essere la nostra bussola dell’oggi, nella nostra battaglia quotidiana, nel nostro “camminare domandando”, come ci ricordano gli zapatisti.

Un punto tra i tanti, un punto importante: con Raffaele abbiamo insistito molto sulla necessità di superare la concezione classica della solidarietà, che vedeva impegnata la sinistra dei paesi ricchi a favore di quella dei paesi poveri (quasi a senso unico). Ma l’intuizione di ciò che si stava delineando come “globalizzazione neo-liberista” ci faceva capire quanto fosse necessario andare oltre la solidarietà e passare dalla solidarietà alla costruzione di un’agenda comune, di un programma comune tra la sinistra europea e quella degli altri continenti.

Se l’avversario era comune, bisognava attrezzarsi per costruire un agenda comune di mobilitazioni.

A mio modesto avviso, si è trattato di un salto di paradigma nell’agire del nostro partito.

Ma non voglio annoiare con lunghe analisi politiche. E Raffaele già inizia a sbuffare….

Un aneddoto su un Congresso

Per chiudere, permettetemi un aneddoto a me molto caro, così come lo è stato per Raffaele.

Era il dicembre del 1996 e Rifondazione stava tenendo il suo Congresso nazionale a Roma.

Nei congressi, tra i compiti del Dipartimento Esteri di Rifondazione Comunista, c’è sempre stato l’accompagnamento delle delegazioni straniere, che in diverse occasioni sono state molto numerose.  Ricordo ad esempio che nel 2005, al congresso di Venezia, erano presenti ben 104 delegazioni internazionali. Ognuna di esse era accompagnata da un-a nostro-a compagna-o.  Una buona scuola di conoscenza e formazione per molte-i giovani compagne-i, anche di Trieste.  Alcune-i sono oggi qui ed altre-i sono nostre-i dirigenti nazionali, altri hanno preso altre strade.

Tornando al 1996, al nostro Congresso di Roma, tra le numerose delegazioni dell’America Latina, in quella occasione a Raffaele era toccata la delegazione argentina, per i motivi che raccontavo prima.

La storia è che il delegato del PC argentino, il compagno Salvatore Caputo  (con cui ho parlato nei giorni scorsi e che manda un saluto affettuoso a questo omaggio) ci chiese di dargli una mano a rintracciare la sua famiglia, di origini pugliesi, che non vedeva da anni e di cui aveva perso le tracce quando una parte della famiglia era dovuta emigrare in Argentina.

Con i pochi dati in mano (cellulari ed internet erano ancora primitivi), Raffaele non solo riuscì a trovare la famiglia, ma scoprì che un suo parente era un nostro compagno, della Basilicata, Franco Carulli, di Matera, che lavorava nelle Ferrovie.  Non solo. Ma che Franco era addirittura presente al Congresso, in quanto delegato del suo territorio. Raffaele lo trovò e li fece incontrare al nostro Congresso. I due non sapevano piu come ringraziarlo e lui, allegro, si scherniva con la sua risata forte. Diceva che era come stare alla trasmissione TV di “Carramba, che sorpresa” che i e le meno giovani ricorderanno. Ma in realtà, era commosso fino al midollo e come diceva, “gli si era aperto il cuore”.

Difficile descrivere la profonda emozione che ci avvolse quando Raffaele venne a raccontarcelo a fine giornata. Un momento di rara  e profonda bellezza, di umanità, compagnerismo che mi è rimasto nel cuore.  Un piccolo gesto che riassume la sua grande personalità.

Quella settimana, la notizia uscì sul giornale dei comunisti argentini con il titolo “Due generazioni si incontrano al Congresso di Rifondazione Comunista” e solo pochi giorni fa, il compagno argentino Salvatore Caputo, si è commosso ancora al ricordarlo.

Ecco, volevo raccontare questo episodio, che non molti conoscono, per dire di che stoffa era fatto Raffaele.

GRAZIE  RAFFA ! HASTA SIEMPRE COMPAÑERO !

Un abbraccio forte a tutte e tutti.