Una “rete” a confronto

Alla prima assemblea nazionale della rete di Lilliput riunita a Marina di Massa, sono tanti i temi in discussione: dalla globalizzazione al debito estero, dall’immigrazione allo strapotere delle istituzioni finanziarie internazionali. L’obiettivo di un’economia giusta.

di Marco Consolo – Liberazione 8-10-2000

 

Dalla Sardegna alla Puglia, passando per la Val d’Aosta ed il resto dello stivale. Sono quasi mille i partecipanti alla prima assemblea nazionale della Rete di Lilliput, che questo fine settimana a  Marina di Massa discutono del che fare.

 

Difficile dar conto delle decine di realtà e persone presenti. Ma la varietà e l’eterogeneità dei soggetti è forse il tratto caratteristico di questa assemblea. Moltissimi i giovani e tra i banchetti

spiccano le presenze del Commercio equo e solidale, delle realtà ambientaliste,  ell’associazionismo di  solidarietà internazionale, delle campagne sul consumo critico, così come delle organizzazioni del mondo cattolico più impegnate nel sociale e delle Rsu.

 

E, tra gli altri, molti dei compagni di Rifondazione che nei territori sono impegnati anche nella costruzione della rete.

 

I temi sono quelli della globalizzazione e della costruzione di un’economia di giustizia. Il collo di bottiglia rimane quello delle alternative possibili e delle strategie da costruire con azioni concrete a partire da una struttura “a rete” in gran parte in definizione. Certamente lo spettro della politica si aggira nell’assemblea. Irrompono i grandi temi del divario tra zone ricche e povere del pianeta, del debito estero, della concentrazione della ricchezza nelle mani di pochi, la critica alle istituzioni

finanziarie mondiali, la possibilità dell’introduzione della “Tobin tax” sui movimenti speculativi finanziari internazionali,  i nuovi conflitti e le migrazioni.

 

In questo quadro, la domanda di fondo sembra quella del rapporto della rete con le organizzazioni politiche e con le istituzioni nazionali e “globali”.

 

Forte la critica verso la politica tradizionale, che – come ricorda anche padre Zanottelli – non tiene conto dei diritti e della vita reale di tutti i giorni. Tra i relatori Marco Revelli approfondisce il

tema della “cultura” come alternativa alla vecchia politica, Francois Houtart mette l’accento sul capitalismo come sistema inefficiente e produttore di nuova povertà globali, mentre Riccardo

Petrella, richiama l’attenzione sui nuovi “round” di negoziati dell’Organizzazione Mondiale del Commercio che in questi giorni discutono sui “diritti di proprietà intellettuale”.

Molta la carne al fuoco, dal palco si chiede di concentrare l’attenzione sulla necessità di superare la “parzialità” delle singole campagne e di dare indicazioni sulle piste di lavoro comune. La rete di Lilliput, infatti, è composta da associazioni, ma anche da molti singoli.

 

La scommessa è quella di costruire un modello nuovo che tenga conto delle diversità, senza perdere le proprie specificità, rafforzando le reti territoriali.