Era ora! Il Cile riscopre lo sciopero generale

Studenti e operai caricati dalla polizia vicino al palazzo presidenziale de la Moneda a Santiago del Cile – Foto Reuters


 

di Marco Consolo  – Liberazione 15 Agosto 2003

 

Era ora. Da 17 anni i lavoratori cileni non realizzavano uno sciopero generale. L’ultimo, nel 1986, si era svolto durante la dittatura di Pinochet e chiedeva il ritorno alla democrazia.

Oggi si sono rotti il silenzio e la pace sociale nel Paese laboratorio per l’applicazione delle politiche neo-liberiste, poi estese a tutto il continente ed al mondo intero.

 

I “Chicago boys”, i seguaci del prof. Friedman l’avevano scelto perché la dittatura fascista ne faceva terreno privilegiato di sperimentazione in assenza di conflitto sociale.

 

Dall’avvento della “democrazia controllata”, nel 1990, i governi della “Concertaciòn democratica” (principalmente Democristiani e Socialisti) hanno mantenuto un modello economico che aveva garantito l’assenza di conflitto anche grazie ad un apparato repressivo intatto.

 

Privilegi per pochi, povertà in crescita per molti.

 

E come in Argentina, anche in Cile l’impunità è stata garantita ai responsabili dei crimini della dittatura, mentre un sistema elettorale maggioritario disegnato dalla dittatura mantiene la sinistra fuori dalle istituzioni.

 

Oggi, il conflitto sociale restituisce la speranza a quanti subiscono il ricatto dei licenziamenti e della disoccupazione. A quanti non si sono arresi alla cancellazione della lotta di classe e della memoria.

 

Tra pochi giorni cade l’anniversario del Golpe di Stato contro Allende, un 11 settembre di 30 anni fa. La destra ha annunciato un proprio progetto di legge che garantisce l’impunità totale ai criminali della dittatura a cambio di un indennizzo monetario alle famiglie delle vittime, per cercare di cicatrizzare una ferita tuttora aperta nella memoria collettiva del Paese e di tutto il mondo.

 

A differenza di 30 anni fa, i minatori ed i camionisti della miniera di rame “El Teniente”, si sono sommati ai metalmeccanici ed ai lavoratori del comparto pubblico, ai giovani ed alle donne delle “poblaciones”. Nel 1973 furono invece tra coloro che scioperarono contro il governo del socialista Allende, spianando la strada al golpe fascista.

 

Il tempo non passa invano e la Central Unitaria de Trabajadores, (Cut) cilena riacquista un protagonismo e rompe la concertazione. Bentornata lotta di classe.