Simon Trinidad, un ex banchiere tra i ribelli

L’incredibile storia di uno dei negoziatori di pace della guerriglia marxista. Dieci anni fa l’abbandono della carriera finanziaria per unirsi alle forze rivoluzionarie.

 

di Ivan Bonfanti – Liberazione 17-2-2000

 

Tra i negoziatori delle Farc, in questi giorni a Roma in compagnia dei delegati  del governo di Bogotà, c’è un uomo che ha una storia del tutto eccezionale.

Il suo nome è Ricardo Ovidio Palmera Pineda, ma da qualche anno preferisce farsi chiamare Simòn Trinidad.

 

Quarantanove anni, fare impeccabile forgiato negli anni da un’educazione di rango, fino al 1987 è stato forse il simbolo più eminente dell’alta società di Valledupar, la capitale dello stato del Cesar, dove a 35 anni era già il responsabile della Banca del commercio locale. Fino al 1987 però, quando Ricardo Ovidio Palmera Pineda si è tolto giacca e  cravatta, ha salutato amici e colleghi ed è diventato Simòn Trinidad, raggiungendo la guerriglia marxista delle Forze Armate Rivoluzionarie della Colombia (Farc-Ep) per battersi «contro i latifondisti e gli affamatori della nostra terra».

 

In meno di dieci anni è diventato uno dei comandanti guerriglieri delle Farc, e secondo fonti vicine alla guerriglia, la sua formazione accademica e le sue capacità militari – paragonate a quelle di Alfonso Cano – lo hanno fatto diventare uno dei componenti del Comitato Tematico delle trattative di pace tra Governo e ribelli. Formato al liceo francese di Bogotà, si racconta che ha sempre mostrato interesse per la carriera militare, fino all’entrata nella Scuola navale per cadetti di Cartagena,  lasciata poco dopo per la laurea in economia e commercio all’università Jorge Tadeo Lozano di Bogotà. Ha conosciuto i guerriglieri delle Farc durante uno dei suoi lavori di monitoraggio della situazione economica, e dopo aver partecipato ad alcune proteste contadine, ha cominciato ad accarezzare l’idea di diventare combattentente.

 

Perché ha deciso di dare una svolta così radicale alla sua vita? Perché Simon, spiega candidamente, non poteva sopportare «la ricchezza e l’opulenza dei grandi possidenti e latifondisti della costa nord», in contrasto con «la miseria e l’abbandono nel quale sono ridotte centinaia di famiglie che abitano questa regione della Colombia». Racconta che in alcuni dipartimenti colombiani, come Sucre, Bolìvar, Cesar e Magdalena «predominano le grandi tenute agrarie in cui lo sfruttamento è di tipo feudale», con i lavoratori che sgobbano

dalle 2 della notte fino alle 5 del pomeriggio in cambio di salari minimi o pagamenti in natura. Ha un volto disteso e sereno, ma per l’esercito e i servizi è stato più volte un incubo.  Contro di lui sono stati spiccati ordini di cattura per insurrezione e illegale porto d’armi, e la procura lo ha accusato del sequestro di decine di latifondisti, possidenti ecommercianti della costa atlantica.